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PUCH MC 250 Twin Carb


PUCH MC 250 Twin Carb (foto: Stephan LeGrand)

I motori 2T, fino a tempi recenti, potevano avere due diversi tipi di aspirazione: nel cilindro (il pistone che svolge la funzione di valvola di aspirazione o nel basamento (tramite una valvola rotante fissata all'albero motore o, a scelta, tramite una bocca lamellare nel carter centrale).



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Era accettato che l'aspirazione del cilindro favorisse la fascia di potenza e che la valvola rotativa preferisse la massima potenza. Per questo motivo, i motori destinati all'uso fuoristrada utilizzavano solitamente la prima soluzione, mentre la seconda opzione era più usuale in la velocità.


Harry Everts e a PUCH MC 250 Twin Carb, a combinação letal que resultou no primeiro, de 4, título do belga e construtor austríaco (foto: Chris Malam)


Nel 1974, la casa austriaca PUCH assunse Harry Everts per guidare una motocicletta innovativa con la quale raggiunse la terza posizione nel Campionato del Mondo di Motocross nella classe 250cc. L'anno successivo, ai comandi della fase finale della stessa moto, Everts diventa Campione del Mondo, un'impresa di enorme importanza, soprattutto considerando la piccola dimensione industriale di PUCH rispetto alle rivali.



La moto aveva diverse raffinatezze tipiche di una moto ufficiale, come l'uso del magnesio nel carter motore e nei mozzi delle ruote, ma la caratteristica che la rendeva davvero unica era il fatto di avere la doppia aspirazione tramite due carburatori BING da 32 mm. , uno attraverso il cilindro e l'altro attraverso la valvola rotante! I due sistemi sono stati progettati per lavorare insieme per creare un'ampia fascia di potenza. Il motore rivendicava una potenza massima compresa tra 42cv e 51cv, secondo le fonti! Nonostante questi fatti, tutti erano d'accordo nel considerare questa moto un vero e proprio razzo, l'abbondanza di potenza di questo motore lo rendeva molto impegnativo dal punto di vista di guida ed era necessario un buon livello per estrarre il succo da questo set. Nel 1976 PUCH commercializzò una (vera) replica della motocicletta Everts che avrebbe avuto una produzione di circa 100 esemplari e che, per la ricercatezza di tutti i materiali e finiture, era praticamente una moto di fabbrica.




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